Si sente parlare spesso della valenza sociale dello sport, della capacità che lo sport ha di aggregare, di integrare, di colmare le differenze sociali tra chi è nato più fortunato e chi meno. Sovente ascoltiamo queste parole nelle campagne elettorali, nelle omelie e nelle manifestazioni sportive. Concetti sempre efficaci, che generano consensi e applausi. Spesso, purtroppo, le parole restano tali, ed è proprio il caso di dirlo, vengono portate via dal vento. Proprio in questi giorni La Marina Militare, proprietaria dei locali del Molosiglio, sede della Scuola Vela Mascalzone Latino, ha invitato, di punto in bianco, l’associazione presieduta da Vincenzo Onorato, a trovarsi un’altra sede.
L’imprenditore napoletano, noto per aver partecipato a due edizioni dell’America’s Cup, ha il merito di aver trasformato le belle parole in fatti, prosciugando l’immenso mare che c’è tra le parole “dire” e “fare”. Vincenzo Onorato con la Scuola Vela “Mascalzone Latino” offre dal 1993, a titolo completamente gratuito, corsi di vela ai ragazzi napoletani che vivono in uno stato di disagio sociale.
Per tale motivo auspichiamo in un ripensamento da parte della Marina Militare. Perché non sia proprio uno degli enti più importanti della Repubblica Italiana, ad infierire ulteriormente sulle sfortunate vite di questi ragazzini che avevano trovato, nell’associazione, un angolo di serenità dove poter praticare uno sport sano e avviarsi, nel contempo, nel mondo del lavoro delle attività legate al mare.
Paolo (windspirit)