L’esigenza di pubblicare questa recensione del “K4 Harness mount“, è nata dalle numerose richieste di spiegazioni sull’attrezzatura che utilizzo per fare le foto e le riprese con la action cam. Cominciamo col dire che il merito principale è senz’altro da attribuire al POV (point of view) che il K4 harness mount, ideato da Steve Thorp, riesce ad offrire alle action cam. Altro elemento che trovo particolarmente efficace è l’utilizzo di una camera a 360° con la quale è possibile, in post produzione, scegliere le inquadrature e gestire le viste prospettiche .

Ho usato questo mount, per la prima volta, con una semplice gopro 5 black, dopo aver usato vari mast mount e boom mount che apparivano, per il loro punto di vista, molto validi solo ed esclusivamente agli “addetti ai lavori”. Ho capito che quelle riprese fossero indecifrabili ai profani del windsurf quando, qualche amico, alla vista dei clip, continuava a girare il telefono per trovare un punto di vista che gli rendesse i video più comprensibili.
Con il K4 harness mount e la barra da 130 cm., le riprese sembrano girate con un drone. Si riesce ad ottenere un punto di vista eccezionale e, soprattutto, comprensibile a tutti.

Nel dettaglio:

Il K4 harness mount può essere fornito con due sistemi: uno che rimane “solidale” al trapezio, mediante due perni che presuppongono la sua perforazione; l’altro, invece, agganciabile allo stesso, mediante l’utilizzo di una comoda piastra in materiale plastico regolabile. Entrambe le soluzioni consentono di sorreggere la rigida e sottile barra in carbonio sulla cui estremità viene montata la action cam. Le barre sono prodotte da 85 cm e da 130 cm.. Per tutte le foto e i video allegati a questo test, è stata utilizzata la barra da 130 cm. e, come avrete intuito dalla prima foto, è stata utilizzata la versione con la piastra, che sebbene meno rigida, ha evitato di forare il trapezio.
Dopo le prime imbarazzanti uscite ci si abitua abbastanza bene alla presenza della lunga “antenna” posteriore. Ovviamente bisogna calcolare i propri movimenti in funzione dell’ingombro della stessa sulla nostra schiena. In caso di “wipe out” bisogna fare attenzione. Anche la “water start” deve essere adattata inclinando maggiormente la schiena all’indietro. Tutto sommato sono piccoli accorgimenti che consentono, però, di portare a casa video e immagini di grande qualità, specialmente quando non c’è nessuno che scatta delle fotografie o negli spot dove è praticamente impossibile farle per la lontananza dalla riva.
Il prodotto è costruito davvero bene. E’ robusto e duraturo (sono oltre 2 anni che lo uso). La piastra consente moltissime regolazioni ed è adattabile a qualsiasi trapezio. Ovviamente, avendo un trapezio vecchio, si può optare anche per la versione classica dove bastano due fori ed il gioco è fatto.

Paolo De Angelis
windspirit staff – Special Thanks to Steve Thorpe