Non c’è nessun momento che mi trasmetta sensazioni di libertà e benessere così intense, come  quello in cui mi siedo nel mio furgone prima di partire per una trasferta.

Quel furgoncino esclusivamente preposto al windsurf ed al surf, sempre sporco di sabbia e carico di attrezzatura intrisa dell’odore del mare, rappresenta, per dirla alla Aristotele, il mio mezzo per raggiungere la felicità.

Vederlo l’altro giorno vicino alla spiaggia, al termine di una uscita col surf, oltraggiato, con il vetro posteriore frantumato, mi ha raggelato. Non per il danno economico, del resto grazie al mio piccolo “grande” cane sono riusciti ad estrarre solo un vecchio jeans appoggiato sul pianale posteriore, ma per le sensazioni di vulnerabilità e inerme rassegnazione che mi hanno dominato.

Realizzare che mentre ero sulla “line up”, cercando di diluire le tensioni di una settimana stressante, resa ancora più pesante dall’insopportabile protrarsi dell’emergenza sanitaria, c’era qualcuno che oltraggiava anche quell’angolo di “confort zone”, non è stato facile da metabolizzare. In altri periodi sarei corso con gli amici a cercare il malfattore nella pineta o quantomeno sarei andato dai carabinieri a sporgere denuncia. Invece, stranamente, dopo aver pronunciato non più di 10 parole con i presenti, sono andato via mestamente senza nemmeno attendere di vedere il filmato dell’impianto di videosorveglianza con i ragazzi del lido accanto.

Quello che era accaduto mi aveva profondamente ferito perché aveva palesato in me la consapevolezza che anche quei momenti di evasione non erano sacri, intoccabili, come inconsciamente li percepivo. Anche in quegli attimi di evasione, tutto poteva accadere e diventare, addirittura, peggiore di quello da cui si era evasi.

Chiunque pratichi windsurf o surf assiduamente, dentro di sé, ha una spiccata esigenza di ritrovare quella condizione di libertà primordiale di cui ciascun individuo è dotato sin dalla nascita. Mettersi in viaggio e percorrere chilometri per raggiungere lo spot è il pretesto più efficace per distaccarsi dalla routine e vivere in funzione esclusiva di se stessi per ristabilire, anche se solo momentaneamente, quello stato di benessere che la quotidianità inesorabilmente sottrae. Quando quei momenti vengono violati, ci si sente violentati in una delle parti più significative della nostra essenza.

Paolo (windspirit)