Molte volte, a causa della nostra passione, siamo stati accusati di essere irresponsabili ed insensibili. E ce lo siamo sentiti dire soprattutto quando, ignorando tutto e tutti, siamo partiti verso il mare per sfruttare una di quelle giornate, per noi sempre troppo attese.
Quelle parole le abbiamo serenamente lasciate scivolare sulla nostra pelle perché consapevoli, che erano circoscritte solo a quelle determinate circostanze. Quando c’è di mezzo il mare, ed una potenziale uscita in windsurf o in surf, scatta in noi un istinto incontrollabile, interpretato purtroppo, da coloro che non vivono queste sensazioni, come una forma di egoismo.
Quegli atteggiamenti, semplicisticamente definiti egoistici, racchiudono, però, un sentimento molto più forte che condensa ragioni che vanno dall’istinto di conservazione all’amor proprio; dalla irrefrenabile passione nei confronti del mare, alla ricerca di libertà.
Questi sentimenti, ed è bene sottolinearlo, non sono assolutamente sentimenti negativi.
Eppure in questi giorni drammatici, dopo quasi due mesi di segregazione a causa della quarantena sanitaria, ho dovuto leggere numerose demagogiche prese di posizione proprio da chi frequenta il mare, le spiagge e addirittura i laghi. Definirci puerili, perché desiderosi di rientrare in mare, a mio avviso, è equivalso a sputare nel piatto in cui si è mangiato per una vita intera. Ignorare di non conoscere quella spinta irrazionale che induce a percorrere anche 400 km. per mettere pace a quell’insaziabile desiderio, può essere perdonato ad un bacchettone incravattato, ma non a chi ha il garage pieno di tavole ed ha percorso, fino a ieri, in lungo e in largo il nord Italia per lo stesso fine. Il bello, che tali patetiche esternazioni, millantate negli sproloqui da social, non si sono tradotte in fatti concreti. Ai benpensanti demagoghi, di cui sopra, sono bastati solo pochi giorni, per mandare nel dimenticatoio quei buoni e commoventi propositi, e rituffarsi nella filosofia, loro più congeniale, del “chissenefrega: andiamo tutti a mare!!!”. Per quanto mi riguarda ho sempre espresso con pacatezza, anche nella lettera aperta al Presidente della Campania pubblicata da “il Mattino”, di essere consapevole che il nostro sport non è un’attività essenziale. Ho anche sottolineato che il nostro sport, per noi, è assimilabile ai sogni, alle emozioni e tutte quelle passioni che nella loro inessenzialità fanno vivere la vita con una prospettiva più motivante.
Desiderare di avere nuovamente quelle inessenzialità di certo non è irrispettoso nei confronti delle vittime del coronavirus per le quali, invece, esprimo il massimo cordoglio. Considero invece offensivo, lo strumentale accostamento che si è voluto fare, solo per avere qualche like “a caldo”.
Noi campani, grazie al Governatore Vincenzo De Luca, che ha ascoltato la nostra richiesta emettendo un chiarimento “ad hoc” che è equivalso ad un vero e proprio lasciapassare ai posti di blocco, siamo ritornati in acqua dal giorno 11 maggio e “rispettosamente”, grazie ad un salvifico scirocco, abbiamo potuto fruire, in una sola settimana, di ben 4 giornate di windsurf ed almeno altrettante di surf da onda. Una vera fortuna!!! Ma forse, è anche vero, che ce lo meritavamo.
Paolo (windspirit)