L’imperversante mania dei selfies

A parte l’influenza e qualche chilo post feste natalizie, quello che caratterizza maggiormente il mese di gennaio è lo “sciorinamento” sui social dei selfies provenienti dalla meta invernale più gettonata dai “downtheliners” Italiani, il sud Africa.

Escludendo quelli che in acqua ci vanno davvero, che di selfies ne pubblicano realmente pochi, ogni apertura di facebook o instagram di questo periodo, è caratterizzata dalle apparizioni dei veri professionisti da social. Li riconosci subito perché nelle loro composizioni fotografiche non lasciano nulla al caso. Sempre sorridenti e con l’hangloose in bella mostra, immortalano ogni momento saliente documentandolo minuziosamente: l’acquisto del biglietto, l’arrivo in aeroporto, la cabina dell’aereo, l’atterraggio a destinazione con le immancabili sacche strapiene di attrezzatura, l’arrivo sullo spot e gli imperdibili tramonti.  La cosa che non capisco e che vorrei chiedere, senza peli sulla lingua, è questa: “vai in sud Africa per fare windsurf ? ebbene,  pubblica foto in windsurf!”. Invece no, ci vengono propinati 2.000 selfies in ogni dove, ma di foto in acqua neanche l’ombra. Non importa se quel “selfie” sulla spiaggia di Hakgat è stato preceduto o sarà seguito da una session stellare in acqua o da una semplice attesa in automobile a guardare gli altri, l’importante è dimostrare di essere li e ottenere, per questo motivo, più “like” possibili. Perché più “like”ci saranno sotto quella foto, più l’io si sentirà appagato e i soldi per il viaggio saranno stati investiti bene.

Purtroppo la follia dei social è proprio quella di indurre gli utenti a tenere dei comportamenti assolutamente innaturali perché dettati esclusivamente dalle reazioni che provocano negli altri.

Si caricano le foto esclusivamente per vedere a quante persone piace quel falso stile di vita che quella determinata foto comunica.

Internet purtroppo ha cancellato quel meraviglioso “windsurf raccontato” fatto di gesta eroiche tramandate di spiaggia in spiaggia. Dove al limite si enfatizzava qualche dettaglio, ma non si bluffava spudoratamente con una foto scattata in posa con alle spalle onde alte come dei condomini. Allora contavano i fatti!!!

Oggi molte immagini che scorrono rapidamente davanti ai nostri occhi raccontano solo ed esclusivamente la “presenza”. Perché con quella “presenza”, ambientata come in un set cinematografico, si intendono abbattere virtualmente le differenze tra chi entra in acqua e chi no, tra i bravi e i principianti.

Quell’effimero livellamento, sintetizzato dall’affermazione “c’ero anch’io”, è bene farlo capire, fa breccia solo al di fuori di quelle spiagge e di quei contesti. Si possono prendere in giro i colleghi di ufficio, si può far colpo sulle amanti, ma chi vive le spiagge le differenze le coglie eccome!!!  

Per quello il mio invito è di pubblicare più foto in action!!!. Pubblicatene più che potete perché, vi assicuro, non ci stancheremo mai di scorrerle. Sia se siete bravi o meno bravi. Perché non è importante dimostrare il proprio livello in acqua è importante quello che trasmettete.  Scorgere, e di conseguenza, ricevere dalle vostre foto in action, un po’ della vostra felicità, immaginando le vostre sensazioni, le scariche di adrenalina, sentire in quelle immagini la forza del mare e del vento che state cercando di domare, questo è quello che vorrei provare. Quelle sono le emozioni da trasmettere agli altri appassionati. E quelle emozioni, vi assicuro, sono il vero livellamento. Quelle emozioni rendono tutti uguali, dal professionista all’ultimo dei principianti. Perché è di quelle emozioni che ci cibiamo giornalmente. I selfies ambientati non trasmettono niente di tutto questo.  Le foto in spiaggia dei materiali scintillanti o i piatti di aragoste posso anche andar bene ma non raccontano le sensazioni per cui pratichiamo, a tutti i livelli, questo sport meraviglioso e perché ogni mattina, appena svegli, guardiamo le previsioni con la solita speranza.  Vogliamo emozioni, adrenalina. Vite vere, non artefatte in realtà virtuali parallele.

Paolo (windspirit)