Primo Sguardo:
Già nel commento del modello dell’anno scorso avevo espresso come il passaggio dalle “S1 pro” alle “S1 normali” non fosse stato particolarmente traumatico, registrando, rispetto ai modelli degli anni precedenti, innovazioni che mi avevano favorevolmente colpito. Ma quest’anno la veleria Australiana ha veramente decretato guerra al mercato, innovando radicalmente la sua “vela wave orientata alla manovra“.
L’obiettivo di costruire una vela che avesse le stesse eccezionali prestazioni della “S1 pro” ma con materiali più economici, è stata la sfida di Ben Severne per il progetto di questa “S1 2020 normal version“.
Partendo da un profilo ed un taglio identico a quello della “S1 pro“, per replicarne il comportamento dinamico nonostante i materiali e le tecnologie totalmente diverse, sono state apportate due innovazioni correttive: un pannello in dacron lungo la tasca d’albero per dare maggiore profondità al profilo e due piccoli irrigidimenti radiali in prossimità della balumina. Anche il peso a secco ha visto un dimagrimento per tutte le vele di ulteriori 100/150 grammi, avvicinando anche per questo aspetto le S1 normali alle più costose cugine.
I pannelli superiori sono stati costruiti nell’ormai noto eM3, materiale ad alta qualità e durabilità, che oltre a ridurre il peso generale della vela ne riduce le oscillazioni conferendo alla vela un maggiore controllo.
La finestra, identica a quella della “S1 pro 2019“, è stata riquadrata da una doppia cucitura da 25 mm e da un nastro monocolore più ampio per garantire la massima resistenza allo strappo e agli agli urti.
I pannelli inferiori sono stati realizzati in eM4, materiale molto simile all’eM3, con cui sono stati realizzati pannelli superiori, ma realizzato per sostenere carichi più elevati, difatti non solo è costituito da fibre in X-Ply di maggiore spessore ma anche in quantità doppia. Anche questo nuovo materiale contribuisce a ridurre il peso della vela mantenendo una buona resistenza alla perforazione e allo strappo. Il profilo inferiore, che spesso è a contatto con l’antisdrucciolo della tavola, è stato protetto da una bordatura con scanalature incassate che protegge tutte le cuciture più vulnerabili all’usura.
L’antibreak in corrispondenza del piede d’albero oltre ad essere molto efficace per gli impatti con la tavola e i piedi, è dotato di un comodo taschino per riporre la cime in eccesso.
In acqua:
Quando ho usato la vela per la prima volta mi sono venute in mente le parole di un mio amico che aveva provato dei prototipi che Ben Severne gli aveva concesso di usare in Australia: “Paolo, ti sembrerà di usare le S1 pro che avevi“. In effetti il feeling e le prestazioni di queste “S1 normali” non varia di molto rispetto alla versione “pro” 2018/19, ma quello che mi ha colpito maggiormente è stato il comportamento con il vento forte. Ho trovato le nuove “S1 normali” addirittura più duttili delle costose cugine. Mentre con il vento leggero, nonostante il profilo della vela sia stato reso più profondo con l’introduzione di un pannello di dacron, la “S1 pro” continui ad essere un pelino più efficiente, con il vento sostenuto, e soprattutto rafficato, questa “S1 normale” è risultata davvero eccezionale. La penna della vela lavora benissimo assecondando le raffiche più robuste senza disturbare minimamente l’andatura e, altro aspetto che mi è piaciuto molto soprattutto in surfata, la grande reattività della vela. A differenza delle “pro” dove i materiali tramati e molto elastici rendono tutte le reazioni, per così dire, “ovattate”, caratteristica peraltro molto amata da moltissimi riders, questa versione normale è più immediata, prerogativa che io personalmente preferisco, forse in considerazione del mio peso leggero. Difatti è mio costume cazzare molto le stecche per accentuare questa caratteristica.
In surfata la vela si comporta come la versione “pro”, lavorando costantemente per fornire la giusta propulsione senza disturbare le traiettorie, e come già detto, con reazioni un pelino più “istantanee”. Sontuosa di bolina, riesce a far navigare con angoli strettissimi, ed in surfata quando bisogna stringere per impattare verticalmente il lip. Il baricentro, rispetto al modello dell’anno scorso che risultava essere molto basso, tanto da conferire alla tavola un assetto molto “sull’acqua” sopratutto in surfata, è stato alzato come nella versione pro.
Insomma una vela bellissima, più leggera di quella dell’anno precedente e più performante con caratteristiche molto vicine a quelle della versione “pro”.
Paolo De Angelis
windspirit staff