Non diminuiscono gli incidenti tra i kitesurfers
Quest’anno, vuoi per pigrizia, vuoi per una selezione più rigorosa delle condizioni meteomarine, è caratterizzato da uscite sempre più centellinate. Senza aggrapparmi alla solita “manfrina” del cambiamento climatico, dell’assenza delle mezze stagioni e chi più ne ha più ne metta, credo che l’unico reale cambiamento si stia compiendo proprio nel sottoscritto e nella maggiore intolleranza nei confronti del “sacrificio”. Detto, anzi, scritto da chi ha percorso e percorre tutt’ora, in lungo e in largo, le coste Italiane appare come una bestemmia. Sarà l’età che avanza ma quest’anno, a differenza degli altri anni, provo una certa reticenza ad affrontare temperature troppo rigide e condizioni che, nel calcolo del “dare avere”, generano un passivo nel mio subconscio. Con tale presupposto le uscite in windsurf di quest’ultimo mese le ho concretizzate a Case del Conte ed a Torre Canne. Temperature sempre al di sopra dei 15 gradi e condizioni molto divertenti hanno appagato il mio “windspirit” sempre bramoso di vento e onde ma sempre meno incline al sacrificio. Peccato che anche questi ultimi giorni siano stati caratterizzati da numerosi incidenti che hanno visto come protagonisti i nostri “cugini” kiters. Devo registrare che nonostante i numerosi e recenti dispositivi di sicurezza, gli incidenti gravi continuano a verificarsi con una certa assiduità, e solo grazie alla fortuna, alcuni non hanno avuto conseguenze peggiori. Un altro aspetto che mi ha meravigliato non poco è stata la totale ignoranza, nei riders con i quali ho disquisito, sull’argomento delle precedenze in mare. Eppure di schemi esplicativi se ne vedono ovunque ma evidentemente tali informazioni rivestono carattere secondario in gran parte degli amici kiters. Ho più volte sottolineato che il kitesurf, senza un adeguato atteggiamento prudente e coscienzioso, può rappresentare un pericolo sia per chi lo pratica ma soprattutto per coloro che sono nelle vicinanze.
Paolo (windspirit)