Primo Sguardo:
Basta tenere tra le mani una S1-pro prima di srotolarla, per rendersi subito conto che si tratta di qualcosa di tecnologicamente molto avanzato; dal peso bassissimo, di gran lunga la più leggera sul mercato, al materiale caratterizzato dalle evidenti fibre di Technora che attraversano la membrana di x-ply color rosso.
La S1-pro è un concentrato di tecnologia che Severne definisce con il nome di HyperSpider technology che utilizza una membrana “full-color” attraversata da fibre in Technora, che per ogni sigola vela, vengono personalizzate, progettate e mappate per seguire esattamente ogni traiettoria di carico.
Individuati i vettori principali, tutti carichi vengono convogliati su di essi. Ogni fibra viene dimensionata per trasportare la forza specifica applicata.
In tal modo, ed è questa l’innovazione di Severne Sails, le tensioni non vengono assorbite dal film, ma esclusivamente dalle fibre opportunamente disposte, con il vantaggio di poter utilizzare film più sottili, che rendono la vela molto più leggera e duttile.
Mentre in una vela HyperSpider tutti i rinforzi risultano già costruiti e ottimizzati, con una riduzione notevole di peso e un incremento di resistenza, la costruzione delle vele tradizionali viene gravata dall’aggiunta dei cosiddetti “patch”, quei rinforzi cuciti perimetralmente ai pannelli.
Quello che si evince invece, in una vela Severne-Pro, è l’ottenimento di un prodotto molto più leggero e più resistente ma soprattutto con un feeling incredibile.
L’allineamento delle fibre, esattamente lungo i percorsi di carico, rende il controllo delle geometrie irraggiungibile in una vela a pannelli. Tutto questo si traduce, per il rider, in una vela molto mansueta e controllabile con un range di vento molto più ampio, sia verso l’alto che verso il basso.
La flessibilità della membrana ultra-leggera non influenza il comportamento della vela perché le fibre, non deformandosi, rendono la vela sempre morbida e confortevole.
In acqua:
Già per il modello 2016 ho affermato ironicamente, che è meglio non provare queste vele perchè provocano dipendenza. Per quanto mi riguarda, in 20 anni di windsurf ho provato tantissimo materiale e in ogni prodotto ho sempre riscontato delle prerogative che ne determinavano l’unicità e potevano essere confacenti a specifiche esigenze, derivanti dallo stile, dalle caratteristiche e dalle ambizioni del rider. Per le Severne S1 nella versione PRO tutte le valutazioni diventano di riferimento assumendo un carattere universale: migliori materiali, migliori tecnologie e peso senza eguali. Non è azzardato dire che chi si approccia a queste vele, segna un punto di “non ritorno“.
In acqua queste vele non hanno limiti: peso bassissimo, duttilità infinita, range ampissimo, angolo di bolina e verticalità sull’onda incredibili. Il peso ridottissimo, oltre ad allungare non di poco la durata delle session riducendo al minimo lo sforzo, a favore del massimo godimento, torna comodo anche nei viaggi dove quasi un chilo in meno, per ciascuna vela, consente maggiore rilassatezza ai check-in.
In relazione alla duttilità ed al range, ho usato queste vele dal vento leggerissimo alla super “brocca” senza mai avere un minimo problema.
Le vele riescono a performare ai bassi regimi come nessuna altra vela mai provata. Rispetto alle vele tradizionali ho notato che riescono a farmi planare come se avessero mezzo metro in più di superficie. Il merito credo vada attribuito sia al peso ma soprattutto alle fibre che non deformando mai il profilo, consentono un assetto sempre perfetto, che migliora il rendimento anche con il vento forte. Il modello 2018, rispetto agli anni precedenti, grazie alle indicazioni che ogni anno Jaeger Stone fornisce all’azienda Australiana, ha visto migliorare ulteriormente questa prerogativa rendendo la vela ancora più stabile sia sotto raffica che nei salti. Grazie ai materiali introdotti quest’anno, più robusti e rigidi, la vela appare molto più “immediata” nelle reazioni e reattiva. La fenomenale capacità di ottenere angoli di bolina incredibili è rimasta immutata come la peculiarità, che mi ha fatto letteralmente innamorare, di avere potenza e controllo in surfata. I continui adattamenti dei ferzi, conferiscono alla tavola, nel punto critico, subito dopo il bottom turn, un’accelerazione impressionante. Anche l’angolo di ingresso in parete, caratteristica cara al campione Australiano, risulta molto più stretto di quanto si possa immaginare. Come per la bolina anche in surfata si riesce ad avere sempre una propulsione costante e controllata, senza necessariamente sperare nel vento side.
Un doveroso ringraziamento va ad Antonio di AKsurf Shop di Monopoli ed a Giampiero Venè per la collaborazione
Paolo De Angelis
windspirit staff