Caratteristiche tecniche:
Modello: KS – FC Single Concave – 6.0
Shape: Gianni Valdambrini
Misure 225 x 57 – 79 lt.
One foot off (30,48 cm.): 35 cm.
Costruzione:
La costruzione, integralmente realizzata in Italia nella innovativa factory di Prato, è composta da:
Anima in EPS 15 kg/mq ;
Costruzione generale in Full PVC sandwich con doppio sandwich di rinforzo in corrispondenza delle strap e nelle zone più sollecitate dagli atterraggi dei salti ;
Full Carbon Kevlar in coperta;
UD carbon nella zona delle strap ;
Full 160- glass in carena ;
Dotazione:
Scasse custom US Box;
Pinne Maui Fin Company Kauli model quad in G10 (Ant. 2×9 – Post. 2×14);
Pads con bumpers;
Peso rilevato:
5,2 kg. senza pinne e strap – 6,3 kg. con pinne e le strap
Primo Sguardo:
Il NOVENOVE KS, oltre che ammaliare con la sua meravigliosa livrea “ brasilian style”, mostra un aspetto generale molto compatto e palesemente dedicato al wave riding puro. La prua molto sottile si contrappone alla generosa poppa “fish tail” e l’outline molto rockerato sfoggia in carena un single concave piuttosto evidente.
Il volume appare molto bilanciato distribuendosi nella parte centrale della tavola e degradando armoniosamente verso la prua e la poppa.
Nonostante le indistruttibili ed affidabili 4 scasse us-box, opportunamente scelte per una tavola come questa, e la quantità innumerevole di rinforzi nei punti maggiormente soggetti a sollecitazioni il KS 79 ha fermato, completamente “nudo”, la lancetta della mia bilancia a 5,2 kg., mentre “vestito”, di pinne e strap, a soli 6,3kg.
L’azienda attualmente ha in produzione 2 shape : un Fish Concave (FC) e un Double Concave con Winger (W) ed un terzo che è in realtà una variante più corta dei precedenti (F) con strap e scasse più arretrate.
Per tutti i modelli è possibile scegliere la linea rockerline più consona alle proprie caratteristiche ed esigenze.
In generale la versione con i Winger (W), double concave in concave, risulta essere più scattante e brillante nelle onde meno grandi mentre il Fish Concave (F) eccelle soprattutto nelle condizioni down the line.
Entrambi gli shape sono stati disegnati da Gianni Valdambrini in sinergia con Kauli Seadi il quale preferisce per Hookipa la versione Double Concave con i Winger mentre per Capo Verde e gli spot con meno vento la Fish Concave.
In acqua:
E’ opportuno precisare che le sensazioni descritte in questo test non sono destinate a coloro che ricercano il punto di vista dell’atleta avvezzo a tavole di un certo livello e assiduo frequentatore dei world top class spot ma a coloro che, da rider appassionati senza velleità agonistiche, desiderano un riscontro da un “comune mortale” come loro.
Tralasciando l’iniziale imbarazzo derivante dal naturale rispetto, e se vogliamo, timore reverenziale, nei confronti di un prodotto per così dire “dedicato”, devo dire che i KS non sono risultati poi così ostili.
Le tavole le ho usate, per ora, solo in Italia e qualche volta anche in condizioni talmente “ignoranti” che se le descrivessi rischierei il linciaggio da tutto lo staff di novenove.
Pur credendo fermamente che se un prodotto funziona bene, riesce ad adattarsi, ovviamente con piccoli aggiustamenti nel setup, anche lontano dal suo habitat naturale, credo sia opportuno ripetere che i KS sono tavole concepite per surfare in condizioni serie !!!
Come tutti i custom anche il KS necessita di un periodo di affiatamento. Dopo le prime uscite passate con il giravite a portata di mano per trovare le posizioni più redditizie delle pinne, delle strap e del piede d’albero, ho cominciato a capire la tavola e le sue potenzialità. Rispetto alle tavole di serie il KS in surfata non tollera atteggiamenti passivi del rider pretendendo invece dallo stesso un lavoro costante per tutto l’arco della curva. Anche le traiettorie delle curve, onde sfruttarne appieno lo shape, devono essere impostate il più ortogonali possibile rispetto all’onda.
Questo atteggiamento non solo consentirà di ottenere il meglio dal KS ma farà in modo che il rider, abituato a condurre la tavola senza il dovuto temperamento, migliori il suo stile di surfata varcando quel limite che lo renderà distinguibile dalla massa. E’ davvero inutile usare un KS come una tavola di serie!!!
Detto questo, o meglio, capito questo, anche io ho cominciato a divertirmi ed assaporare, sebbene ancora con percentuali molto basse, le infinite potenzialità dei KS con raggi di curve prima impensabili per me.
Non importa con quanta velocità o quanto stretti si stia sull’onda, il Novenove KS non si scompone minimamente accelerando sempre più e proiettandosi sul lip in men che non si dica. Davvero impressionante la velocità e la stabilità che questa tavola riesce a mantenere. Ma come già detto, se non si è impostata adeguatamente la traiettoria e se non si è presenti sulla tavola con una pressione costante, la stessa rimarrà vincolata anch’essa passivamente sul bordo d’ingresso rendendo il cambio di direzione una transizione senza senso.
Di certo i KS, come del resto tutti i custom “dedicati”, necessitano di un cambio di mentalità e di passo da parte del waver o presunto tale. Credo che un appassionato di wave ad un certo punto, per evolvere nel suo modo di surfare debba necessariamente dotarsi di un prodotto che gli consenta il salto di qualità. Le tavole wave di serie oltre a non garantire una costruzione idonea per le condizioni cui dovrebbero essere destinate sono concepite, visto il mercato di nicchia dei waver, per un pubblico il più ampio possibile pertanto sono dotate di caratteristiche che, non solo per una tavola wave potrebbero essere secondarie, ma nella maggior parte dei casi diventano deleterie. Insomma, io la scommessa ho deciso di giocarla senza compromessi, per cercare di migliorare e divertirmi sempre più tra le onde.
Setup:
Come trim generale, dopo diverse prove ho lasciato la mia strap posteriore al primo tassello da poppa (18,5 cm. dall’interno del fish tail). Le strap anteriori ovviamente ciascuno di noi le avviterà in base al proprio “stance” abituale.
Le pinne anteriori, date le dimensioni della scassa, restano quasi in posizione obbligata ma comunque io ho optato per la posizione più avanzata. Le pinne posteriori, sembrerà strano, ho trovato utile, dopo tantissime prove, posizionarle ad un dito, ed anche meno dalla “leading edge” delle anteriori. In tal modo si percepisce una notevole accelerazione della tavola in bottom turn.
Il piede d’albero leggermente arretrato rispetto al centro scassa.
Paolo De Angelis Windspirit Staff