Queste pinne avevano suscitato il mio interesse sin dalla loro nascita, da quando Rick Hank, ingegnere dell’aeronautica e windsurfista, ha cominciato a farle provare ai pro a Maui.
Non sapevo chi fosse Rick, forse Mauiultrafins non era ancora nata, ma a Maui molte tavole montavano quelle pinne dalla forma inconsueta che, a dire il vero, non poco solleticavano la mia curiosità.
Non appena sono apparse in rete le foto dei test di Polakov con il Kona ed è cominciata la produzione di serie non ho esitato a contattare Rick il quale mi ha dato la possibilità di provarle soddisfacendo quella curiosità che 2 anni prima mi aveva avvicinato a quei prototipi che oggi si firmano Mauiultrafins.

Lo shape Mauiultrafins si basa su un approccio scientifico simile a quello utilizzato per la progettazione delle ali aeronautiche. In tal modo le forze in gioco vengono simulate e calcolate al computer il quale le parametrizza ottimizzando centinaia e centinaia di cicli fino ad ottenere i prototipi che poi verranno testati in concreto.
L’approccio iniziale per così dire intuitivo, dove ogni shaper in base alle proprie sensazioni realizza i prototipi che poi andranno in acqua viene ad essere assolutamente bandito e sostituito da parametri matematici che trovano riscontro nei capisaldi dell’idrodinamica e dell’ingegneria.
Lo stesso materiale, il G10, nonostante il costo superiore rispetto al Prepeg, è stato preferito per la sua notevole rigidezza che permette un’ottimo comportamento idrodinamico ed una laminazione molto precisa.
Proprio la rigidezza, che si evince al tatto, inizialmente mi ha lasciato perplesso; avevo sempre saputo che una pinna wave, per essere degna di tale funzione, doveva avere un sufficiente flex per assecondare il comportamento della tavola tra le onde.

Rick spiega che le pinne Mauiultrafins non hanno flex (flessione) e di conseguenza twist (flessione + torsione) in quanto tali caratteristiche riducono notevolmente la portanza e quindi la forza laterale della pinna che avendo una configurazione rigida consente ai flussi reagenti di essere uniformi su tutto il suo profilo.
La resistenza allo spin-out, nelle pinne tradizionali ottenuta mediante il twist, è stata superata grazie alla geometria innovativa che conferisce alle pinne non solo maggiore resistenza ma anche una notevole facilità di controllo in caso di perdita di aderenza.
Rick sostiene che il problema non è non avere mai spin-out (ovviamente questa sarebbe una condizione ottimale) ma, nel caso tale circostanza dovesse sopravvenire, è bene che avvenga in modo “soft” in maniera che il rider possa recuperare l’assetto ideale con estrema facilità.

In acqua

Ho avuto modo di provare in una decina di uscite le X-twin nelle misure 15,5 e 14,5 sui Fanatic twin 2010. Le prime sull’86 con la 5,2, le più piccole sul 72 litri sia con la 4,0 che la 4,7 e devo dire che sono rimasto molto soddisfatto.
Già dai primi bordi ci si rende conto che l’angolo di bolina è eccellente ed anche la velocità di punta.
Facendo molta pressione sul piede posteriore, arrivando al limite della resistenza, ci si rende conto che quanto detto da Rick corrisponde al vero.
La tavola pur forzata in spin-out lo stesso è recuperabile istantaneamente riducendo semplicemente la pressione del piede posteriore.
Sembra incredibile come sia facile rimettere in assetto la tavola che ha perso aderenza tanto che anche nelle strambate a corto raggio, una volta preso confidenza con il comportamento delle pinnette, mi diverto a slashare nella parte finale della manovra per poi ripartire sulle nuove mura perfettamente in assetto.
Tra le onde la velocità e la manovrabilità di queste pinne è eccezionale. In bottom turn la tavola accelera immediatamente acquisendo velocità e mantenendo un grip sempre impeccabile,in cutback oltre la precisione millimetrica ciò che mi ha meravigliato è la reattività: la tavola dopo aver eseguito la manovra, anche slashando, riparte velocemente con la massima aderenza restando attaccata alla parete.

Ho incontrato molti pro che utilizzano queste pinne e le hanno testate nelle varie configurazioni; posso solo dire che la maggior parte di loro, nel wave, utilizza la posizione asimmetrica ottimizzando ancor più il rendimento in surfata.
Recentemente JP ha messo in commercio i twinzer 2010 serie limitata firmati Polakov; a testimonianza di quanto di buono abbia sviluppato Rick, gli stessi sono equipaggiati con pinnette identiche a quelle Mauiultrafins facendo andare su tutte le furie il vero ideatore di questi nuovi profili.

Paolo
Windspirit